Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Bergamo

Questo volume costituisce motivo di grande orgoglio per il nostro Museo. Sono passati nove anni dalla pubblicazione dall’Atlante relativo all’ornitofauna dell’area territoriale compresa nel comune di Bergamo, periodo apparentemente lungo, ma certamente non inoperoso per il Gruppo Ornitologico Bergamasco.

Per 6 anni 136 appassionati di ornitologia hanno compiuto rilevamenti sul territorio della nostra provincia raccogliendo, in migliaia di ore di osservazione, oltre 24.000 segnalazioni riferite a 152 specie. Altri 2 anni sono stati poi necessari per la rielaborazione della grande messe di dati, per comprendere le esigenze delle singole specie e il loro stato di conservazione. Il lavoro è stato certamente impegnativo ed ha visto l’alternanza di attività comprensive di escursioni e riunioni in Museo per verificare lo stato di avanzamento del progetto e la pianificazione delle iniziative da intraprendere. Un ringraziamento sentito e doveroso va dunque a tutti coloro che hanno offerto la loro collaborazione in ogni fase di questo impegnativo progetto che, oggi, finalmente vede la luce.

Il volume si presenta in continuità con la ricca tradizione ornitologica bergamasca, il che certamente arricchisce il suo valore storico ed attuale e, in una certa misura, riabilita la nostra provincia che, purtroppo da sempre, considera molte delle specie di uccelli viventi sul suo territorio, ambiti componenti di un suo piatto tradizionale! Va per contro ricordato che negli ultimi 200 anni numerosi studiosi e cultori della materia hanno raccolto, custodito e divulgato un’ingente quantità di dati che oggi costituisce un’importante documentazione relativa alle singole specie nella nostra provincia in tempi passati.

I primi studi scientifici strutturati organicamente sono dell’inizio dell’800 e redatti da Giovanni Maironi da Ponte. Alla seconda metà dell’800 risale la collezione storica del Conte Giovanni Battista Camozzi-Vertova, mentre nel ‘900 numerosi sono gli studi condotti sull’argomento da due direttori del Museo: il sacerdote Enrico Caffi nella prima metà e Mario Guerra fino alle soglie del duemila. In quest’arco di tempo sono gradualmente mutate le metodologie e le motivazioni della ricerca ornitlogica. Gli strumenti di lavoro sono passati dal fucile al binocolo; le reti (fatto salvo quelle operanti nelle stazioni di inanellamento) sono state sostituite dalla rete informatica con il sito dedicato al gruppo Ornitologico Bergamasco (www.ornitobg.it) per lo scambio del materiale di rilevamento e cartografico o, “Rete Natura 2000”, strumento comunitario per la difesa della biodiversità. Anche la finalità della ricerca è mutata: dalla scoperta della rarità faunstica alla tutela delle popolazioni ornitiche presenti. Un salto culturale e metodologico che, nel rispetto di tutte le sue fasi, porta oggi a conoscere questa componente faunistica del nostro territorio in modo sempre più approfondito, consentendo di considerare le presenze ornitiche alla luce dell’uso del territorio ad opera dell’uomo, un uso non sempre attento alle esigenze dell’ambiente e degli altri esseri viventi, e di rimarcare il ruolo di eccellenti indicatori ambientali rivestito da questi animali. In quest’ottica il volume rappresenta indubbiamente una fotografia istantanea a volo di uccello della situazione attuale che conferma la tendenza all’espansione delle specie antropofile e lo stato di crescente precarietà di altre maggiormente sensibili e quindi penalizzate dai mutamenti ambientali. Nel contempo si sottolinea il rafforzamento nella nostra provincia di alcune specie, anche di grande valenza ecologica, di cui in passato era documentata solo una presenza occasionale. Particolare attenzione è stata inoltre rivolta agli aspetti di conservazione delle singole specie mediante un’attenta analisi dei fattori di minaccia e delle misure di tutela.

L’auspicio, nell’immediato, è che il presente lavoro possa essere di supporto a quanti intendano intraprendere lo studio di questa importante componente faunistica incrementando le conoscenze relative al nostro territorio.
La certezza è che la ricerca costituirà, per gli anni a venire, un’indispensabile fonte di confronto per poter conoscere e valutare i mutamenti ambientali e faunistici della nostra provincia.

La stampa del presente volume è stata possibile grazie al sostegno economico dell’Associazione Amici del Museo, da vent’anni a fianco del nostro Istituto, e della Fondazione “Arc. Giuseppe Maestri” onlus impegnata da anni nella formazione universitaria e di dottorato dei giovani.

Marco Valle
direttore del Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo

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