Lepidotteri

I lepidotteri hanno una tradizione di studio illustre e molto antica presso il Museo di scienze di Bergamo e tuttora sono un gruppo attivamente studiato. Il primo nucleo da cui si è formato il museo nel 1918 comprendeva la collezione di Antonio Curò, ancor oggi punto di riferimento a livello nazionale per lo studio dei lepidotteri, cui si è aggiunta quella di Renato Perlini, suo illustre allievo, ed altre raccolte donate da studiosi ed appassionati cultori del gruppo. Accanto ad esse dagli ultimi decenni del ‘900 è andata formandosi una collezione derivata da ricerche organizzate dal Museo in territorio provinciale e nazionale. Da sempre le collezioni custodite in Museo sono oggetto di studio da parte di specialisti italiani ed esteri.

Antonio Curò

Collezione Antonio Curò

Donata dalla figlia dell’insigne naturalista nel 1918 è parte fondamentale del nucleo formativo del Museo. Comprende oltre 12.000 esemplari provenienti da tutto il mondo a testimonianza dei rapporti di studio intercorsi tra Curò e i più insigni entomologi italiani ed esteri del tempo. Il nucleo maggiormente significativo della collezione è costituito dagli esemplari campionati in Italia, soprattutto nelle zone alpine e prealpine particolarmente amate dal naturalista.

Egli dedicò allo studio dei lepidotteri italiani quarant’anni di ricerche che gli consentirono di stilare, tra il 1875 e il 1878, il “Saggio di un catalogo dei lepidotteri d’Italia, compilato dall’ingegnere Antonio Curò” che, ancor oggi, è punto di riferimento per lo studio dei lepidotteri italiani. Gli esemplari, che appartengono a 73 famiglie, 1071 generi e 2524 specie, sono accompagnati dal cartellino con il nome della specie di appartenenza manoscritto da Curò, ma purtroppo sono spesso privi di dati relativi a luogo e data di provenienza. Sono conservati in 104 cassette entomologiche di legno di abete e noce custodite in 6 armadi in legno di noce. La collezione, inventariata da Enrico Caffi nel 1938 e successivamente restaurata da Marco Valle tra il 1981 ed il 1984, è stata anche oggetto di revisione da parte di specialisti di alcune famiglie.

Colias phicomone

Collezione Renato Perlini

Donata al Museo dal figlio Arnaldo nel 1968, comprende oltre 1.200 esemplari, raccolti tra il 1889 e il 1923, appartenenti a 17 famiglie, 196 generi e 309 specie. Custodisce testimonianze molto significative per la conoscenza della fauna lepidotterologica della zona alpina e prealpina della nostra provincia, di alcune aree della provincia di Brescia e di Sicilia e Sardegna grazie a un significativo gruppo di esemplari donati a Perlini da EmilioTurati insigne lepidotterologo milanese. La collezione riflette pienamente la figura del naturalista Renato Perlini e la sua fervida passione per le scienze naturali. Fu allievo di Antonio Curò che lo incoraggiò nello studio dei lepidotteri condividendo con lui escursioni alpine, mettendo a sua disposizione libri e l’importante collezione e instaurando con lui una sincera amicizia. A Curò, Perlini dedicò una monografia, pubblicata nel 1905, sulle “Forme di Lepidotteri esclusivamente italiane”.

Renato Perlini

Collezione generale

È una collezione in continuo incremento in quanto frutto di un’intensa attività di ricerca condotta dagli anni ’80 del secolo scorso ad oggi in territorio provinciale – dagli ambienti d’alta quota delle Prealpi Orobie a quelli delle zone collinari e di pianura – e nazionale. Accanto allo studio dei macrolepidotteri, vengono svolte ricerche specialistiche mirate alla conoscenza di alcune famiglie di microlepidotteri particolarmente interessanti per la conoscenza della fauna del territorio e della sua storia. L’attività di ricerca e studio ha portato alla collaborazione con specialisti italiani ed esteri e alla pubblicazione di lavori tematici. Materiale e collezioni donate al Museo da studiosi ed appassionati cultori del gruppo quali ad esempio Glauco Andreatta, Enrico Carnevale, Flavio Galizzi e Oliviero Vitali integrano ed arricchiscono la collezione generale.

Leptoterix plumistrella
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