Apertura straordinaria serale prevista per giovedì 10/10/24 in occasione della nuova illuminazione di Piazza Cittadella.
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Inaugurazione 20 giugno 2024 ore 18.00 Mostra ideata da Comicon e allestita in collaborazione con il nostro Museo per presentare...
Ma che museo è? E’ difficile dirlo con esattezza e forse nessuna risposta centra pienamente l’obiettivo.
Quando i nostri operatori didattici, prima di intraprendere una visita guidata, chiedono alle scolaresche cosa si aspettano di vedere nel museo le risposte sono piuttosto eterogenee. C’è chi dice “cose rare” altri”, “cose preziose” o “cose antiche” alcuni “cose polverose”. Chi avrà ragione tra questi?
Certamente reperti rari e preziosi ce ne sono molti; i fossili risalenti al periodo Triassico, animali vissuti oltre 200 milioni di anni fa sono certamente rari, anzi ulici al mondo! Ma non è tutto quello che si può vedere nel museo, a pochi metri di distanza ci sono le penne di un uccello e la pelle di un coniglio, reperti certamente non rari o preziosi. Ma perché sono presenti in un museo come il nostro? Questa è forse la peculiarità dei musei di scienze, non si tratta di esposizioni di solo cose rare o preziose ma di materiali che hanno una funzione molto importante: far conoscere la natura che ci avvolge fuori dalle mura del museo stesso. A questo punto non è importante se l’oggetto esposto è raro o è comune, l’oggetto esposto diventa importante perché serve per guidarci alla conoscenza della natura della quale a volte non abbiamo neppure la consapevolezza di esserne parte.
I fossili quindi ci accompagnano in un tempo lontano quando a Bergamo c’era il mare e nei nostri cieli volavano rettili volanti, oppure centinaia di milioni di anni dopo quando giganteschi ghiacciai lambivano la pianura Padana e i Mammut pascolavano nei dintorni della nostra città. Ma queste non sono le uniche peculiarità di un museo di scienze naturali, potrai metterti alla prova per ascoltare il canto degli uccelli, per imparare a riconoscerli quando passeggerai nei boschi o nei prati, potrai vedere animali molto diversi tra loro: coccodrilli, tigri, leoni, ma anche il gigantesco scheletro di un capodoglio. Un animale veramente straordinario: allatta i propri cuccioli, così come noi, ma ha la forma di un pesce ed un cranio che ricorda una freccia! Se osserviamo le zampe anteriori non possiamo fare a meno di vedere che sono identiche alle nostre: hanno le “mani” con cinque dita! Ma le sorprese per il visitatore non sono ancora finite ed ora riguardano un mondo minuto, fatto di piccole creature che molto spesso passano inosservate. E’ la volta di variopinte farfalle o animali che sembrano in tutto e per tutto a foglie verdi mosse dal vento, ma sono un inganno, in realtà si tratta di insetti che le imitano perfettamente, così come quelli presenti nella vetrina vicina che imitano in modo straordinario dei bastoncini di legno!
Forse però la vetrina più intrigante è quella posta al centro della stanza dedicata agli insetti, non la si nota subito e in un primo momento non se ne capisce il significato. Occorre un po’ di tempo per osservare che all’interno si muovono liberamente formiche che raccolgono cibo e, attraverso un tubicino, lo portano all’interno del formicaio. Grazie a due vetri che lo delimitano è possibile osservare la vita frenetica di questi minuscoli insetti che senza sosta svolgono tutte le attività necessarie al sostentamento della colonia.
A questo punto si potrebbe pensare che la visita sia finita, ma non è così, se ti sei fatto incuriosire dagli argomenti affrontati nell’esposizione sono certo che tu continuerai la visita anche al di fuori di questo palazzo osservando l’ambiente intorno con occhi un po’ diversi ed anche una formica potrà sembrarti cosa rara e preziosa!
Il Museo Civico di Scienze Naturali Enrico Caffi costituisce un patrimonio culturale della città di Bergamo. I tesori naturalistici acquisiti, nel corso della sua storia iniziata nel 1918, hanno consentito di arricchirlo di collezioni mineralogiche, geologiche, paleontologiche, zoologiche ed etnografiche di grande interesse.
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