Il Pliocene Bergamasco

I resti fossili di vegetali, invertebrati e vertebrati hanno permesso una ricostruzione paleogeografica della provincia di Bergamo; lo studio dei semi fossili di piante come la Sequoia, che oggi vivono solo nel Nord America, ha permesso di ipotizzare per il Pliocene inferiore bergamasco un clima temperato umido. Dal Pliocene medio sono invece state rinvenute foglie di piante tipicamente asiatiche come la Magnolia che indicano un clima temperato caldo.
Gli invertebrati ritrovati sono indicatori di tre ambienti diversi: fondi sabbiosi, fondi ghiaiosi e scogliere.
I vertebrati sono rappresentati da numerosi otoliti (resti dell’apparato sensoriale dei pesci), dalla segnalazione fatta dal Sac. Caffi di una costola di balena custodita nella Basilica di S. Giorgio in Almenno, e soprattutto dal cranio di un grosso esemplare di maschio adulto e da un palco di corna di Cervalces latifrons. I resti di questo alce sono stati ritrovati in un antico bacino lacustre presso Ranica, in Val Seriana, e testimoniano un periodo di clima freddo che ha interessato la bergamasca alla fine del Pleistocene inferiore.

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