Sabato 2 dicembre 2023 si è svolto il primo convegno nazionale sulla problematica del piombo delle munizioni da caccia e soluzioni alternative, intitolato “Il Peso del Piombo”.
Il Convegno, organizzato dal Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” di Bergamo, per contenuti e attualità del tema, ha avuto un enorme successo in termini di partecipazione fornendo ulteriori e importanti spunti di riflessione circa la manifesta pericolosità del metallo tossico ancora largamente impiegato nelle diverse forme di caccia.
L’argomento di grande attualità è oggetto di polemiche tra cacciatori e ambientalisti, anche in relazione alla recente entrata in vigore del regolamento europeo UE 2012/57 che ha vietato l’uso dei pallini di piombo per la caccia nelle zone umide in tutta l’Unione Europea. In realtà, la richiesta di superare l’uso del piombo nelle munizioni non va letta come un attacco al mondo venatorio. La caccia può continuare ad essere praticata con soddisfazione utilizzando alternative prive di piombo.
Scopo del convegno è stato quello di trattare il tema del piombo nelle munizioni da caccia mantenendo un alto profilo tecnico-scientifico.
Per tale motivo sono stati scelti relatori di assoluta competenza che potessero illustrare diversi aspetti legati alla tematica del convegno. Oltre ai due ospiti di fama internazionale Deborah Pain dell’Università di Cambridge (UK) e Niels Kanstrup dell’Università di Aarhus (DK) le relazioni sono state presentate da Giorgio Fedrizzi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, Andrea Giampreti del Centro Antiveleni dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, Enrico Bassi della Fondazione per la Conservazione degli Avvoltoi e vice Presidente del Centro Italiano Studi Ornitologici, Ruggero Pettinelli caposervizio della Rivista “Armi e tiro” e Giuseppe Landucci guardiaparco e selecontrollore della Tenuta Presidenziale di Castelporziano di Roma.
Moderatori del convegno Enrico Bassi, Alessandro Andreotti dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) e Gloria Ramello del Museo di Storia Naturale di Copenaghen e del Gruppo Piemontese Studi Ornitologici.

Comitato organizzatore

  • Alessandro Andreotti
    ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Bologna)
  • Enrico Bassi
    VCF Vulture Conservation Foundation e CISO Centro Italiano Studi Ornitologici
  • Omar Lodovici, Paolo Pantini, Marco Valle
    Museo Civico di Scienze Naturali Enrico Caffi (Bergamo)
  • Gloria Ramello
    GPSO Gruppo Piemontese Studi Ornitologici (Torino)

I video del convegno

Saluti delle autorità

Deborah Pain – Overview of the effects of lead ammunition on wildlife, environment and human health.

Giorgio Fedrizzi – Sicurezza alimentare. La contaminazione da piombo nella carne di selvaggina destinata al consumo umano.

Andrea Giampreti – Gli effetti del piombo sulla salute umana.

Enrico Bassi – Rapaci e munizioni di piombo: un rapporto viscerale che ne minaccia la conservazione in Italia ed Europa.

Tavola rotonda

Niels Kanstrup – Hunting without lead. The Danish experience.

Ruggero Pettinelli – Alternative al piombo nelle munizioni da caccia: lo stato dell’industria.

Giuseppe Landucci – Il controllo degli ungulati nella Tenuta Presidenziale di Castelporziano (Roma).

Autori vari – Altre esperienze verso la completa sostituzione delle munizioni di piombo.

Tavola rotonda

Il convegno, aperto dal Direttore del Museo Marco Valle, dall’Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti e dal Colonnello Giorgio Maria Borrelli Comandante del raggruppamento Carabinieri CITES di Roma, si è articolato in due sessioni. Nel corso della mattinata sono stati trattati gli effetti del piombo delle munizioni sulla fauna, sull’ambiente e sulla salute umana, secondo l’approccio OneHealth promosso dalle Autorità sanitarie internazionali.

Il convegno è stato aperto da un’ampia trattazione delle problematiche causate dai pallini e dai proiettili di piombo in Europa, che ogni anno provocano la morte di oltre 2 milioni di uccelli selvatici per intossicazione da piombo (saturnismo), tenuta dalla Prof.ssa Deborah Pain, a cui sono seguiti gli interventi molto apprezzati degli esperti italiani sugli effetti del piombo sulla salute umana e sugli uccelli rapaci.

Il Dott. Fedrizzi ha sottolineato come la carne da selvaggina colpita da proiettili di piombo sia ancor oggi liberamente venduta sul mercato. Un’interrogazione specifica rivolta al Ministero della Sanità effettuata nel 2018 ha fatto emergere una pesante verità: i valori di piombo contenuti nella carne proveniente dall’attività venatoria destinata alla commercializzazione e al consumo umano (ad esempio il cinghiale), pur risultando molto elevati, non sono soggetti ai limiti normativi previsti per gli animali da allevamento (ad esempio, i maiali). Dunque esiste una forte discrepanza di approccio da parte delle Autorità competenti, difficilmente comprensibile sul profilo tecnico, nel valutare il livello di piombo contenuti nelle carni in base alla diversa origine degli animali.

La gravità del problema è stata ulteriormente sottolineata dal dott. Giampreti, tossicologo, il quale ha evidenziato che non esiste un valore soglia al di sotto del quale il piombo non abbia effetti dannosi per la salute umana e che, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, i limiti considerati sicuri dalle passate normative si sono rapidamente abbassati fino ad avvicinarsi al valore zero.

Infine Enrico Bassi, naturalista e ornitologo ha evidenziato la pericolosità del piombo venatorio nei confronti dei grandi rapaci italiani ed europei che si espongono in maniera letale agli effetti dell’avvelenamento nutrendosi di visceri e carni contaminati da schegge di proiettili di piombo. Il 44% di 252 carcasse dei rari avvoltoi europei (grifone, gipeto, avvoltoio monaco) e dell’aquila reale è contaminato da piombo di origine venatoria, con punte record in regioni quali il Trentino-Alto Adige, il Friuli Venezia-Giulia, l’Abruzzo e la Lombardia. In Lombardia, la situazione è talmente grave che su 45 grandi rapaci analizzati da ERSAF-Parco Nazionale dello Stelvio e Ufficio Caccia della Provincia di Sondrio, ben il 69% è morto per saturnismo acuto o manifestava esposizione subclinica.

Nel corso della tavola rotonda Alessandro Andreotti, sulla base di quanto emerso in mattinata, ha evidenziato come le problematiche legate all’uso del piombo nelle munizioni da caccia siano ormai ben conosciute ed ha esortato a riflettere sul fatto che oggi la caccia con tali munizioni non possa essere considerata sostenibile. Dal momento che sono proprio i cacciatori le persone maggiormente penalizzate dall’impiego di tale metallo tossico, sarebbe necessario sensibilizzare il mondo venatorio affinché si faccia portavoce delle istanze di cambiamento.

A conclusione anche le importanti dichiarazioni di attenzione al problema da parte dell’Europarlamentare On. Pietro Fiocchi (Fratelli d’Italia, membro della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, della Sottocommissione per la sanità pubblica e della Commissione speciale sulla lotta contro il cancro) e dei Consiglieri regionali Jacopo Scandella (Partito Democratico, segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio di Regione Lombardia) e Paola Pollini (Movimento 5 Stelle, Presidente della Commissione speciale – Antimafia, anticorruzione, trasparenza ed educazione alla legalità). Particolarmente significativa la dichiarazione dell’On. Fiocchi che, nel corso del dibattito, ha dichiarato di utilizzare munizioni senza piombo da una decina di anni.

Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con la relazione di Niels Kanstrup, biologo e cacciatore danese, che ha illustrato l’esperienza maturata in Danimarca dove la caccia viene praticata dal 1996 utilizzando esclusivamente munizioni spezzate prive di piombo, senza polemiche da parte del mondo venatorio e politico. Nonostante i timori e i dubbi iniziali, la transizione verso il munizionamento alternativo è avvenuta senza particolare difficoltà e senza che si sia verificato un calo del numero dei cacciatori o dei capi abbattuti. Per queste ragioni oggi in Danimarca nessuno pensa con nostalgia al piombo ed anzi è stato di recente approvato un bando per superare l’impiego di questo metallo anche nei proiettili per la caccia agli ungulati.

Successivamente Ruggero Pettinelli, esperto balistico, ha parlato dello stato dell’industria in merito alle alternative al piombo nelle munizioni da caccia; nel suo intervento ha illustrato i pro e i contro delle munizioni realizzate con materiali diversi del piombo, buona parte delle quali sono già disponibile sul mercato e utilizzabili per una ampia gamma di fucili. Particolare interesse infine ha suscitato l’intervento di Giuseppe Landucci guardiaparco e selecontrollore della Tenuta Presidenziale di Castelporziano dove, dal 2004 a oggi, si è intrapreso il controllo tramite abbattimenti di 3 specie di ungulati selvatici (cervo, daino e cinghiale) tramite l’uso esclusivo di proiettili atossici in rame che hanno consentito di abbattere con piena efficacia oltre 7.500 animali.

I moderatori hanno poi evidenziato altre esperienze virtuose come quelle in atto al Parco Nazionale dello Stelvio, dove sono stati abbattuti dal 2011 oltre 3.500 cervi con munizioni senza piombo e del Canton Grigioni (CH) dove, dal 2021 al 2023, è in vigore l’obbligo di utilizzare esclusivamente munizioni senza piombo grazie alle quali sono stati abbattuti 23.000 ungulati selvatici. Tutto ciò risulta di estrema importanza per la tutela delle popolazioni di gipeto, grifone, avvoltoio monaco e aquila reale, basti pensare che solo in Italia, su 100 carcasse analizzate di aquila reale, il 61% è contaminato da piombo e 34 sono i casi di morte diretta per saturnismo.

I vari contributi presentati nel corso della tavola rotonda hanno fornito una vasta casistica dei provvedimenti normativi volti al contenimento del piombo delle munizioni, già in atto in molte aree in Italia e all’estero, per la sua definitiva sostituzione. Questa raccolta delle diverse esperienze sul tema dimostra una voglia di cambiamento verso una caccia più sostenibile dal punto di vista ambientale e che indica che anche l’Italia è pronta ad accogliere un intervento normativo in tal senso.

Particolarmente significative le dichiarazioni del Direttore dell’Associazione Cacciatori Altoatesini Benedikt Terzer che ha elencato le diverse forme di caccia che prevedono l’esclusivo uso di materiale alternativo al piombo, di Matteo Brogi, cacciatore e giornalista della testata Hunting Log, per una caccia responsabile e consapevole, sostenibile per l’ambiente e di Flavio Galizzi, cacciatore esperto del Comprensorio Alpino della Val Brembana, che utilizza da anni palle senza piombo nella caccia agli ungulati. Rilevante anche il contributo della North Adriatic Wetland Owners Association, che ha evidenziato la necessità di superare le contrapposizioni tra posizioni oltranziste tra chi è favorevole e chi è contrario al piombo per affrontare la problematica basandosi sulle evidenze scientifiche.

Da sottolineare anche la richiesta formale alle Autorità competenti di Regione Lombardia sottoscritta da parte di 47 Docenti e Ricercatori delle Università scientifiche lombarde (Milano, Milano Bicocca, Pavia e Insubria) di prevedere il progressivo completo superamento in tempi rapidi, dell’uso delle munizioni al piombo per l’attività venatoria in Lombardia. In particolare a partire dalla prossima stagione venatoria (2024/2025) per la caccia agli ungulati nei siti della Rete Natura 2000 e per tutte le forme di controllo (ungulati e non); a partire dalla stagione venatoria 2025/2026 per la caccia agli ungulati su tutto il territorio regionale e a partire dalla stagione venatoria 2029/2030 per tutte le altre forme di caccia. Questo appello risulta essere particolarmente significativo visto che l’articolo 10 dello Statuto regionale riconosce “il ruolo centrale e trainante della ricerca scientifica e dell’innovazione per il conseguimento dei propri obiettivi in tutte le sfere della vita economica e sociale, in collaborazione e dialogo con le università e i centri di ricerca.”.

Nutrita anche la presenza delle Associazioni ambientaliste con la partecipazione dei Direttori nazionali di LIPU (Claudio Celada) e WWF Italia (Marco Galaverni), del CAI Lombardia (Carolina Paglia e Luca Pellicioli), della Rete internazionale “Stop al Piombo sulle Alpi” (che ha raccolto 35.000 firme che saranno consegnate alla fine della corrente stagione venatoria al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e al Governatore della Lombardia Attilio Fontana).

Il modo migliore, dunque, per salutare la prima mostra nazionale sul tema intitolata “Il Veleno dopo lo sparo. L’avvelenamento da piombo negli uccelli selvatici”, realizzata nell’ambito delle attività legate a “Bergamo Brescia 2023, Capitale Italiana della Cultura” presso il Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” di Bergamo. La mostra, aperta al pubblico dal 24 giugno, è stata visitata da oltre 30.000 persone e sarà prorogata fino al 6 gennaio 2024.

“Il piombo è un peso e come tale va considerato, affrontato, tolto e vinto attraverso la sostituzione urgente da tutte le tipologie di caccia, come è già accaduto per le benzine, i giochi per l’infanzia, le vernici e le ceramiche. Ci si augura che questo convegno possa portare un contributo significativo al superamento della problematica, a vantaggio della fauna selvatica, dell’ambiente e dell’uomo” dichiara Marco Valle, Direttore del Museo di Bergamo.

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